mercoledì 10 giugno 2009

Ucle difende ANM

L'Ucle appoggia Anm che protesta:
Intercettazioni. ddl mortale

Intercettazioni: Anm, e' La Morte Della Giustizia Penale In Italia
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Roma, 10 giu. (Adnkronos) - La riforma delle intercettazioni unita a quella del processo segnano nei fatti ''la morte della giustizia penale in Italia''. L'Associazione nazionale magistrati insorge contro le nuove norme, evidenziando come si tratti di scelte legislative ''che rappresentano un oggettivo favore ai peggiori delinquenti''. In particolare, le norme sulle intercettazioni ''impediranno alle forze di polizia e alla magistratura inquirente di individuare i responsabili di gravissimi reati''. Ed è come e se governo e Parlamento chiedessero ''alle forze dell'ordine e alla magistratura inquirente di tutelare la sicurezza dei cittadini uscendo per strada disarmati e con un braccio legato dietro la schiena''.

Per la giunta dell'Anm sarebbe ''più serio e coerente assumersi la responsabilità politica di abrogare l'istituto delle intercettazioni piuttosto che trasformarle in uno strumento non più utilizzabile''.

L'Anm ricorda i più recenti episodi di cronaca: gli stupri di Roma, le violenze nella clinica di Milano, le scalate bancarie alla Antonveneta e alla Bnl. In nessuno di questi casi, rileva, "con la nuova legge sarebbe stato possibile accertare i fatti e trovare i colpevoli. Le intercettazioni sono uno strumento di indagine finalizzato alla individuazione dei colpevoli di gravi reati ed è semplicemente assurdo pensare che si possano fare intercettazioni solo nei confronti del colpevole già individuato".

Per il sindacato delle toghe è "del tutto irragionevole prevedere che le intercettazioni debbano sempre essere interrotte dopo 60 giorni, anche nei casi, come un sequestro di persona, un traffico di stupefacenti o di armi, in cui il reato sia in corso di esecuzione. L'equiparazione delle riprese visive alle attività di intercettazione rappresenta un grave danno per la lotta al crimine. Con queste norme - si spiega - non saranno possibili riprese visive per identificare gli autori di rapine in banca, spaccio di stupefacenti nelle piazze, violenza negli stadi, assenteismo nei pubblici uffici".

L'Associazione nazionale magistrati ricorda di aver più volte "manifestato la disponibilità a discutere delle riforme necessarie per raggiungere un punto di equilibrio tra esigenze investigative, tutela della riservatezza delle persone e diritto all'informazione, anche avanzando specifiche proposte. Il governo e il Parlamento scelgono, invece, di azzerare ogni equilibrio - scrivono le toghe - sacrificando del tutto le esigenze investigative e il diritto di informazione".

Per l'Anm l'intervento sulle intercettazioni preoccupa "ulteriormente se lo si legge insieme al disegno di legge sulla riforma del processo penale in discussione in Senato. Si tratta di una proposta - si rileva - che non introduce le riforme necessarie ad assicurare l'efficienza del processo e la sua ragionevole durata, ma addirittura inserisce nuovi, inutili formalismi, che determineranno un ulteriore allungamento dei tempi del processo. Il sacrosanto spirito garantista della nostra cultura giuridica viene tradito e trasformato in un 'formalismo fine a sé stesso', che spesso oscura le questioni da giudicare".

La conseguente non ragionevole durata di troppi processi per l'Anm si traduce "di fatto nella negazione dei diritti fondamentali e in nuove forme di giustizia privata. Ciò contrasta con l'obiettivo di accrescere il livello di efficienza del processo e di assicurare ai cittadini 'decisioni nel merito' in tempi ragionevoli - conclude il sindacato delle toghe - nel rispetto dell'articolo 111 Cost. e senza rinunciare alle garanzie costituzionali (dal contraddittorio all'imparzialità del giudice; dal diritto alla difesa alla presunzione di non colpevolezza)".